Come fare Ricorso per impugnare il verbale Inps che nega la indennità di accompagnamento

di Giusi Scuderi - Avvocato

I ricorsi per il riconoscimento della indennità di accompagnamento agli invalidi civili sono di competenza degli Avvocati.
Occorre, però, affidarsi ad un Avvocato esperto della specifica materia, che si occupi di pensioni per gli invalidi civili.
Con il Ricorso l’Avvocato inizia una procedura giudiziale per impugnare il verbale INPS che nega l’indennità di accompagnamento. 
Il Giudice nomina un Medico Legale di Ufficio (c.d. CTU) il quale, nell’interesse della giustizia e della verità, effettuerà la visita dell’invalido, basandosi soprattutto sui documenti medici che l’Avvocato ha fornito al Giudice.
Il giudizio del Medico Legale nominato dal Tribunale sostituirà il verbale INPS o lo confermerà.
Il segreto per ottenere l’indennità di accompagnamento negata per errore dall’INPS è nella documentazione medica che si fornisce in sede di visita medica. 
Un Avvocato esperto della materia saprà organizzare la documentazione medica utile e necessaria a provare l’esistenza delle patologie invalidanti che danno diritto alla indennità di accompagnamento.
Particolare attenzione necessitano le malattie rare, poco conosciute, o di difficile diagnosi, che i medici delle commissioni di invalidità INPS potrebbero non riconoscere, come non di rado, purtroppo, accade.
Nella nostra esperienza di Avvocati competenti in assegni e pensioni per gli invalidi civili, spesso abbiamo visto negare la indennità di accompagnamento ad invalidi affetti da malattie rare. 
In particolare, in oltre vent’anni di professione ci siamo occupati con successo anche di persone affette da Distrofia Muscolare alle quali veniva negato il beneficio pensionistico.
Le distrofie muscolari sono malattie degenerative del tessuto muscolare che provocano la riduzione delle capacità muscolari e delle abilità motorie, perché indeboliscono e atrofizzano la muscolatura volontaria. La scienza medica ha individuato vari tipi di distrofia muscolare che, se non correttamente diagnosticate, vengono confuse il più delle volte con altre patologie, meno gravi e guaribili, che provocano gli stessi sintomi.
Le distrofie muscolari, invece, sono irreversibili ed ingravescenti. Al momento non esistono cure. 
Ciò significa che quando le capacità motorie o quelle cognitive sono già fortemente compromesse, perchè impediscono di svolgere una vita autonoma, l’invalido -dai 18 anni in poi- ha diritto alla indennità di accompagnamento per sempre, senza necessità di future visite INPS di revisione, rientrando la distrofia muscolare tra quelle malattie per le quali le verifiche INPS sono escluse.
Quando l’INPS nega la indennità di accompagnamento, pertanto, non sempre la valutazione della Commissione medica è corretta. In tal caso l’invalido può presentare ricorso tramite un Avvocato competente in materia di pensioni e assegni di invalidità civile per chiedere il riconoscimento del giusto grado di invalidità ed i relativi benefici anche di natura economica.
Se l’invalido non ha redditi sufficienti (più esattamente se ha un reddito inferiore a euro 11.746,68 annui -questo il parametro per il 2022-) sarà assistito dall’Avvocato con il gratuito patrocinio a spese dello Stato e senza il rischio, nel caso di soccombenza, di pagare le spese di lite all’INPS.

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